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Caro energia e giovani, le imprese hanno le idee chiare. Orsini da Pesaro pressa la Meloni: Zes utile ma servono investimenti

8 Novembre 2025

PESARO – Confindustria Pesaro cambia il suo vertice, lo fa davanti al presidente nazionale Emanuele Orsini e lo fa parlando di un tema caldo: “Il nucleare è non solo la strada giusta, ma l'unica percorribile. È pulito, sicuro, riduce i costi energetici e ci permetterebbe di produrre anche idrogeno, con grandi benefici per l'ambiente”. Le parole sono di Alessandra Baronciani, la presidente uscente che passa lo scettro del comando a Massimo Cecchini.

Del resto quello dei costi dell’energia è un problema che attanaglia il mondo delle imprese da troppo tempo: “Le aziende energivore come la mia hanno sofferto, ma lo Stato ci è stato vicino. Certo, le guerre e l'instabilità continuano a generare incertezza, ma l'imprenditore è abituato a resistere e reinventarsi”.

Orsini su questo punto ha provato a dare delle rassicurazioni: “Il decreto sull'energy release che il governo presenterà la prossima settimana potrà essere un passo avanti ma servono misure strutturali e di una visione almeno triennale. Abbiamo tre gambe su cui reggere il rilancio, rimodulare il Pnrr, sostenere le imprese e abbassare il costo dell'energia. Solo così potremo tornare a essere davvero competitivi. In questa fase serviva una manovra che puntasse sulla crescita. Il governo ha scelto di rientrare del debito per restare sotto la soglia del 3%, e questo ci dà credibilità sui mercati, ma ora occorre concentrarsi su un vero piano industriale”.

Baronciani a modo suo, nei quattro anni, ha fatto un pezzo di storia: “Sono stata la prima presidente donna in ottant'anni di Confindustria Pesaro, questo ha significato avere gli occhi puntati addosso - racconta - ho cercato di fare del mio meglio: abbiamo aumentato gli iscritti, creato nuove attività di formazione e siamo sempre stati al fianco delle imprese, dal Covid alla crisi energetica”.

È qui che passa il microfono a Orsini, che parte dalla Zes: “Le Zone economiche speciali hanno funzionato molto bene, ma dobbiamo avere il coraggio di estendere quel modello di rapidità e certezza anche al resto del Paese. Negli ultimi due anni - ha spiegato - il governo ha investito 5,8 miliardi nelle Zes, generando 28 miliardi di investimenti privati e 35mila nuove assunzioni. È un risultato straordinario, ma ottenuto perché, per una volta, si è 'anestetizzata’ la pubblica amministrazione. Se la norma dice 60 giorni per un'autorizzazione, devono essere 60, non di più”.

I tempi sono da sempre il grande nemico: “Dobbiamo ridurre i tempi dei contratti di sviluppo, oggi troppo lunghi: tre anni di istruttoria sono inaccettabili, in tre anni cambia il mondo. Bisogna rivedere la misura e renderla più veloce, altrimenti perdiamo competitività”.

E poi il credito: “Bisogna potenziare le garanzie sul credito, perché gli imprenditori mettono capitale proprio e possono contare su superammortamenti o crediti d'imposta, ma serve anche il sostegno del sistema bancario, che deve essere messo in condizione di erogare credito con tempi certi”. 

L’obiettivo deve essere quello di far diventare l’Italia un paese più attrattivo: “Per riuscirci servono politiche strutturate e una visione condivisa tra governo e imprese.  Serve un «Piano casa nazionale» per rispondere alla crescente difficoltà abitativa che penalizza i giovani e frena l'arrivo di nuovi lavoratori. Il tema della casa è oggi una priorità sociale ed economica - ha spiegato - Abbiamo proposto al presidente del Consiglio un grande piano di rilancio che metta al centro investimenti, welfare, digitale e soprattutto un piano abitativo capace di sostenere la mobilità dei giovani e l'integrazione di chi viene a lavorare nel nostro Paese. Gli affitti non possono superare il 25-30% dello stipendio percepito, ma oggi in città come Milano o Modena un appartamento di 60 metri quadri costa oltre 1.100 euro al mese: diventa un problema sociale”.

La sfida è trattenere i giovani e al contempo attirarne di nuovi: “Entro il 2040 all'Italia mancheranno circa 5 milioni di lavoratori, un dato che non possiamo permetterci di sottovalutare. Per questo è necessario trattenere i giovani italiani e attrarre talenti dall'estero, anche attraverso progetti di formazione e integrazione. Stiamo formando ragazzi in diversi Paesi che vogliono venire a lavorare in Italia - ha concluso Orsini per cui dobbiamo creare le condizioni perché restino e vivano qui, e la casa è un punto di partenza fondamentale”.

@raffaelevitali

Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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