FERMO – Puntuale sale sul palco, alle 2130. La piazza si è ormai riempita: tremila biglietti, tremila persone, più le centinaia affacciate a balconi e finestre di piazza, incantante dal menestrello del buono, Brunori Sas.
Canta di diritti e uguaglianza, di donne e parità di clandestini e immigrati, di tristezza e verità. “Ma soprattutto, canto canzoni che parlano d'amore, in mezzo a troppo dolore e rancore” sottolinea dal palco.
Gli piace la piazza di Fermo, lo ribadisce, gli piace soprattutto il coinvolgimento, il calore delle persone, che riesce a superare anche quello atmosferico di una serata in cui tutto funziona al meglio, grazie a Best Eventi e macchina comunale.
Lavorano bar e ristoranti di piazza, non c’è il chiosco di Brunori, ma la precisa volontà di fare che tutti possano godere della bellezza e del vantaggio di avere tanta gente nel cuore della città. Funziona la logistica, funziona il servizio di assistenza, la Croce Verde in pochi attimi si prende cura di una ragazza colpita da un malore.
E tutto questo mentre Brunori Sas, all’anagrafe Dario Brunori, continua a cantare senza sosta. Due ore piene per ripercorrere la carriera. “Ricordo bene i concerti in questa zona, da San Benedetto del Tronto a Porto Sant’Elpidio, quando il ‘fuori fuori’ me lo urlavano ma per mandarmi via davvero. Se c'eravate siete proprio dei masochisti a tornare”.
Scherza, ma poi si lascia travolgere dalla voglia dei suoi fan di ascoltare tutto, inclusa l’imperdibile L’albero delle noci. “Eh lo so, questa è una canzone per Sanremo, basta mettere mamma, cuore e amore ed è fatta”.
Solo che poi di canzoni ne fa seguire tante e lì c’è la profondità della sua scrittura, quella che si potrebbe racchiudere in ‘vivo il mondo secondo me, ma come è il mondo visto da te?’ che ci pone davanti il rispetto dell’altro, il suo ascolto, il riconoscimento di chi è diverso.
Questo è Brunori, un cantante capace di passare da Guardia 92, e quell’amore che pian piano viene scoperto da ragazzo, alla struggente Verità per chiudere con Arrivederci Tristezza e quel meraviglioso passaggio, cantato a squarciagola dalla piazza fermana, che recita così: “Milioni di libri non servono a niente se servono solo a nutrire una mente, che mente”.
La gente se ne va col sorriso, quello che Brunori regala sul finale, dopo l’ennesimo assolo di chitarra, prima di chiamare la sua straordinaria band per un lungo inchino accompagnato da applausi e tanta voglia di cantare ancora un po’. Brunori riparte, mentre stasera Fermo è già pronta a bissare con Ben Harper. Lo spettacolo continua.
Raffaele Vitali