di Raffaele Vitali
BOLOGNA/PESARO – La partita tra Fortitudo Bologna e Carpegna Prosciutto che valeva un posto nei playoff promozione si può riassumere in una parola: delusione. Che poi è quella che ha accompagnato tutta la stagione della VL.
Delusione per l’approccio imbarazzante nel tempio del basket, il PalaDozza (32 punti subiti nel primo quarto). Delusione perché l’ennesima reazione all’interno di una partita sbagliata aveva illuso (71-62). Delusione per aver regalato anche in questa gara decisiva due giocatori, Imbrò e King. Delusione perché in tanti avevano davvero creduto alle parole di Bucarelli nel pre gara.
E al toscano vanno gli applausi, è stato il più continuo in un match faticoso, complicato, fisicamente impari finito 94-85. Soprattutto, una partita in cui si è vista una squadra giocare con due americani e un’altra giocare con uno. E considerando che in A2 ne hai un paio e non di più, è la differenza decisiva.
Poi c’è un altro aspetto, che aiuterà la società per il futuro: gli italiani vanno scelti per capacità, resistenza fisica, specializzazioni e non per il cognome. Ma questo dovrebbero averlo capito già in campionato quando hanno incontrato, per fare un esempio, Stefanini.
Il match, dopo il drammatico primo quarto, ha visto Pesaro rientrare un paio di volte, sempre grazie alle giocate di Bucarelli e di Ahmad, un americano che per certi versi può anche innervosire, perché si prende delle lunghe pause, ma che se centrato sull’obiettivo è immarcabile per chiunque.
Come lo è Gabriel che segna da ogni posizione e sovrasta fisicamente i biancorossi. Inutile parlare di Freeman, che ha preso forse il rimbalzo decisivo, confermando il vuoto a centro area di Pesaro e la pochezza mentale di KIng (nella foto il suo unico sussulto in campionato con la tripla che permise a Pesaro di vincere proprio a Bologna).
Finisce quindi il campionato che si è aperto con la promessa di tornare subito in A. Una promessa che è stata disattesa nel momento in cui la società guidata dal presidente Valli non è stata in grado di intervenire per rinforzare un roster che ha mostrato le sue lacune dopo poche settimane. Roster che, e qui ha ragione Bucarelli, ha saputo fare gruppo e tirare fuori in un momento della stagione delle risorse anche inaspettate.
Il fatto che i pesaresi volessero altro, lo conferma la frustrazione di Imbrò, il capitano silenzioso che finisce la sua insufficiente stagione in anticipo nello spogliatoio. Prima un antisportivo frutto di una palla persa da minibasket, poi un tecnico. Due giocate, tra l’altro in un momento chiave della partita, che segano le gambe nei tentativi di reazione.
Resta in A2, ma questo lo si sapeva da tempo. E ci resterà con lo staff tecnico attuale. Ora Leka ha l’occasione che chiedeva, quella per dimostrare di essere un allenatore di alta fascia e non un comprimario. Di certo la sua voglia di affermazione sarà un elemento importante nella costruzione del roster. La conferma cancella così i tanti alibi dialettici usati per commentare le partite perse di una stagione che ha regalato solo delusione.
Valli è una persona seria, ma serve una società da serie A se lì si vuole tornare, quindi figure preparate nei ruoli chiave a cominciare dal direttore generale, perché i campionati non si vincono solo in campo.