di Raffaele Vitali
FERMO – “Non ci hanno mai informati dopo la fine dei lavori del tetto”. “Nessuno ci ha comunicato problemi con la ditta”. E anche oggi, quando il direttore del conservatorio Pergolesi di Fermo, Nicola Verzina, ha chiamato la stampa per far il punto sui lavori ‘che non ci sono’, nessuno da Comune, Provincia e ditta si è presentato. “Chi per motivi sopraggiunti, chi senza dirci nulla”.
Mancano spazi, “si studia male, si va avanti con la didattica mista da anni. Questo è un disagio” ribadisce Verzina. “Fare eventi e masterclass è un problema, perché toglieremmo altri spazi a chi deve fare didattica”. Voleva almeno la Provincia al tavolo “perché ci aspettavamo una promessa reale sui tempi. Ma considerando che dalla deadline della primavera 2022 siamo arrivati all’estate 2023, c’è poco da aggiungere”.
Il grido degli studenti di qualche settimana fa viene quindi arricchita dai vertici del Pergolesi. “La Provincia è responsabile dell’appalto, poi c’è la ditta. Più che protestare e chiedere non possiamo fare”. Cresce il malumore tra gli studenti, “che chiedono insistono, pressano. E io no posso dire nulla. È frustrante. So già che al prossimo collegio docenti chiederanno lumi e chissà che potranno fare” prosegue Verzina.
Simone Tenerelli, presidente della consulta degli Studenti è chiaro: “Avendo tanti fuori sede che non possono studiare a casa, ora anche qui non trovano più spazi. Mancando aule, vanno usate in primis per le lezioni. Ma dobbiamo poter provare. E poi, con questo continuo ricorrere alla dad, non viviamo più la comunità, viene meno quello spirito universitario che caratterizzava Fermo”.
Storia della musica, per esempio, ha 20 iscritti a lezione, farla online è una grande mancanza. “Abbiamo chiesto un colloquio a Calcinaro e Ortenzi, ma non lo abbiamo avuto. Ci hanno promesso il Buc, finiti i lavori per il mercato coperto. Speriamo sia vero” ricorda Tenerelli.
E il presidente? Igor Giostra è anche avvocato. “Situazione di una gravità palese. Comune e Provincia ci hanno sempre sostenuto, ma a sette anni siamo ancora qui senza spazi. Un problema è l’assenza di comunicazione. Noi per programmare abbiamo bisogno di certezze sugli spazi. E invece dobbiamo tenere sospese molte iniziative e sviluppi”.
Giostra parla poi dei lavori: “Sono emerse criticità a livello di lavori, tipiche di cantieri in edifici vecchi. Cambiano costi e tempistiche, ma questo fatto non toglie niente al problema organizzativo. Noi vogliamo chiarezza, almeno un termine anche non quello atteso, ma certo”.
Per il Conservatorio è un danno aggiunto questa situazione: “Meno aule per i danni e aree inibite a causa di cantieri, come quello dell’ingresso lato duomo” prosegue il presidente. “O ci danno uno spazio esterno o ci forniscono chiarimenti. Sappiamo che i cantieri hanno tempi più lunghi oggi che nel passato, ma la dilazione dei termini risulta non giustificabile agli studenti”.
E riprende Verzina: “Due mesi fa sono finiti lavori del tetto, proseguendo saremmo arrivati entro l’estate alla conclusione. Io il 2 novembre devo dire ai docenti dove e quando faranno lezione. Non posso farlo e questo è molto grave”.
Per cercare di sensibilizzare i politici ricordano “anche il danno economico dato da 450 studenti, e 83 docenti, che in realtà circolano in numero molto minore. E tra l’altro questo conservatorio sta diventando meno appetibile, perché i problemi fuori si conoscono. Insomma, sarà fermo a perdere risorse. Per la prima volta da anni abbiamo avuto un calo negli iscritti”. E quindi, “non possiamo che chiedere aiuto”. Anche perché “noi studenti paghiamo una tassa al diritto allo studio, vorremo vederlo garantito” conclude Tenerelli.