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Artigianato in crisi, Marche regione più colpita d'Italia. Chiudono o si aggregano, si salvano estetisti e gelaterie

17 Agosto 2025

FERMO – La fotografia che scatta l’ufficio studi della Cgia di Mestre sul mondo artigianale è preoccupante.

Negli ultimi 10 anni il numero degli artigiani in Italia ha subito un crollo verticale di quasi 400mila unità. Se nel 2014 risultavano 1,77 milioni, l’anno scorso la platea è scesa a 1,37 milioni (-22 per cento): quasi un artigiano su quattro ha gettato la spugna. La riduzione ha interessato tutte le regioni d'Italia, nessuna esclusa.

Non tutte le regioni rispondono allo stesso modo. E purtroppo la peggiore, per performance, sono le Marche. Nell'ultimo decennio le aree più colpite da questa emorragia sono le Marche (-28,1%), l'Umbria (-26,9%), l'Abruzzo (- 26,8%) e il Piemonte (-26%).

Il Mezzogiorno, invece, è stata la ripartizione geografica che ha subito le "perdite" più contenute. Grazie, in particolare, agli investimenti nelle opere pubbliche legati al Pnrr, alla Zes e agli effetti positivi derivanti dal Superbonus 110 per cento, il comparto casa ha "frenato" la caduta del numero complessivo degli artigiani di questa ripartizione geografica.

Le motivazioni delle difficoltà sono numerose. “A seguito del progressivo invecchiamento della popolazione artigiana e la corrispondente contrazione dei giovani che si avvicinano a questi mestieri, anche a seguito del calo demografico, sottolinea l'associazione, è molto probabile che entro un decennio reperire sul mercato un idraulico, un fabbro, un elettricista o un serramentista in grado di eseguire un intervento di riparazione/manutenzione presso la nostra abitazione o nel luogo dove lavoriamo sarà un’operazione difficilissima” spiega la Cgia di Mestre.

C’è anche una seconda motivazione relativa alla riduzione del numero delle imprese: “Sono in corso processi di aggregazione/acquisizione dopo le grandi crisi 2008/2009, 2012/2013 e 2020/2021. Purtroppo, questa 'spinta' verso l'unione aziendale ha compresso la platea degli artigiani, ma ha contribuito positivamente ad aumentare la dimensione media delle imprese, spingendo anche la produttività di molti comparti; in particolare, del trasporto merci, del metalmeccanico, degli installatori impianti e della moda”.

Tornando ai numeri, tra il 2024 e il 2023 la provincia d'Italia che ha subito la contrazione più importante del numero di artigiani è stata Ancona con il -9,4% (-1.254 persone). Seguono Ravenna e Ascoli Piceno entrambe con il -7,9% (-952 e -535 artigiani), poi Rimini con il -6,9% (-835), Terni e Reggio Emilia con il -6,8% (-384 e -1.464).

Non tutti i settori artigiani tuttavia hanno subito la crisi: quelli del benessere e dell'informatica presentano dati in controtendenza. Aumentano gli acconciatori, gli estetisti e i tatuatori; in decisa espansione i sistemisti, gli addetti al web marketing, i video maker e gli esperti in social media. Va altrettanto bene anche il comparto dell'alimentare, con risultati positivi per le gelaterie, le gastronomie e le pizzerie per asporto, in particolare nelle città ad alta vocazione turistica.

r.vit.

Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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