di Raffaele Vitali
FERMO – Un chilometro e mezzo di nuovo asfalto, di curve dolci, discesa o salita in base al lato e di minor rischio tamponamenti e code: ecco a voi la variante Molini che finalmente è percorribile dopo la benedizione di due parroci.
È stata dura e lunga, ma siamo qui. Merito agli uffici della Provincia, alla buona politica che ha saputo prima intercettare i fondi, poi difenderli e alla fine ampliarli per superare ogni inconveniente” sottolinea soddisfatto, mentre taglia il nastro, il presidente della Provincia di Fermo, Michele Ortenzi.
Sono tante le persone che hanno deciso di sudare sotto il sole, cerimonia alle 12, perché tante hanno avuto un ruolo. A cominciare da chi ha fatto partire tutto l’iter nel 2007, ovvero l’ex assessore Renzo Offidani. “Grazie Renzo, i 4.5 milioni di euro necessari li dobbiamo a te”.
Risorse che non sono cambiate nel tempo, ma che stavano per finire in un calderone a causa di ritardi non dovuti all’ente. E qui un ruolo lo giocò anche l’ex consigliere provinciale Malvatani, presente nelle retrovie della cerimonia, che aveva fatto della variante Molini una sua priorità.
“Se c’è una cosa che chiedo oggi, davanti a Regione e Governo, sono contento che ci sia il prefetto D’Alascio, è che il sistema venga velocizzato non si possono aspettare 18 anni per vedere risorse ottenute diventare poi un’opera” ribadisce Ortenzi.
Ufficialmente i lavori sono stati affidati nel dicembre del 2021, a seguirli passo passo è stato il sindaco di Fermo, non ché vicepresidente della Provincia, Paolo Calcinaro. Ovviamente supportato da consiglieri comunali, li ha voluti al suo fianco per il taglio del nastro, e provinciali.
C’è poi voluta la determinazione della ditta che ha eseguito i valori, ufficialmente l’Ati tra Steca e Violoni, che imprenditori locali. che si sono avvalsi pi di Ferrini e Casenove per raggiungere l’obiettivo. “Un’opera che non ha visto lievitare i costi, segno id buona politica, tranne che quelli legati ai materiali. E anche qui c’è stato l’immediato supporto della Regione che ha coperto il milione di euro necessario”.
Opera attesa, questo è vero. Ma anche un’opera ‘incompleta’ ma che ha già il suo futuro disegnato: “La Regione ha stanziato 15 milioni di euro per completare la viabilità che guarda al nuovo ospedale. Guardando verso il fiume la variante sarà collegata al prosieguo della Lungotenna” precisano i consiglieri regionali Andrea Putzu e Marco Marinangeli.
“I primi fondi a diposizione – aggiunge il dirigente Rongoni che ha ereditato il cantiere da Pignoloni, andato in pensione – sono previsti nel 2026, 500miila euro per la progettazione. Faremo un bando di gara, vedremo se unire fattibilità tecnica ed economica all’appalto integrato”.
L’altro nodo da completare è la viabilità parallela, una piccola strada comunale che oggi viene chiusa dalla variante e che impone ai residenti un lungo giro. “Anche qui stiamo studiando una soluzione. Loro hanno presentato un ricorso, ma a prescindere è necessario trovare una soluzione. Magari rendere la strada transitabile solo ai residenti a cui potremmo creare un imbocco in fondo alla strada, vicino alla cabina dell’Enel” precisano i tecnici. Che stanno ragionando anche sul dove posizionare il necessario percorso pedonale, monte o valle è la questione da dirimere prima di trovare le risorse.
Il lavoro non manca, come la soddisfazione per un’opera completata e che permetterà di sgravare la viabilità ordinaria, che sarà più funzionale per le varie attività, permettendo a chi deve solo transitare verso l’interno di non incorrere in rallentamenti. “Presto – la chiosa di Calcinaro – ci sarà anche l’illuminazione, abbiamo stanziato 100mila euro”.
Neppure il tempo di finire la cerimonia che le prime moto percorrono la strada che è lunga un chilometro e mezzo, è larga 10 metri e 50 e si può percorrere ai 70 km orari. “Un buon esempio, ma dobbiamo proseguire. Le strade sono attenzionate e faremo il possibile – conclude la cerimonia il prefetto D’Alascio – perché soprattutto l’interno del territorio no resti indietro. Servono collegamenti per farlo vivere”.