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Anteprima. Pericoli incontra Licini: in mostra il paesaggio visto dai pittori che amano le Marche. E una imperdibile Amalassunta farfalla

18 Luglio 2025

di Raffaele Vitali

MONTE VIDON CORRADO – Tullio Pericoli, chi è Licini per lei? “Un pittore che ha della classicità nella sua mano. Ci mette in contatto con se stesso. Quando siamo davanti a un quadro abbiamo l’istinto di avvicinarci e vorremmo toccare con le dite. Se ci attrae è perché vogliamo entrare in comunicazione tattile con la superficie e ci fa parlare con la mente di chi l’ha fatta. Papa Francesco disse che quando si fa l’elemosina non bisogna far cadere la moneta, ma toccare la mano, solo così comunichiamo qualcosa di nostro. Così è per il mio mestiere, così per Licini che era un artista iper tattile. La sua mano si muove sulla superficie della tela e noi lo sentiamo guardandolo”.

Si aprono le porte della Casa Museo Licini, a Monte Vidon Corrado, per il maestro Tullio Pericoli. “Una mostra che per quattro mesi valorizzerà ‘il lontano mar e i monti Azzurri’ curata da Nunzio Giustozzi e Daniela Simoni” spiega il sindaco Elio Vincenzi.

Una mostra che ha meritato il supporto di Regione e della Galleria Licini di Ascoli Piceno. “Il centro studi si conferma motore di cultura oltre che di ricerca. Insieme con il consigliere Riccardo Cognigni sono entrato nello studio milanese del maestro Pericoli, dove nascono i poetici paesaggi marchigiani, è stato emozionante” prosegue.

Un’emozione che si vivrà muovendosi tra le tele scelte. Quelle dei paesaggi più noti nel piano superiore del centro studi, e le opere mai viste, prodotte negli ultimi due anni da Pericoli, nella cantina della casa museo, allestita alla perfezione da Giuseppe Forti, ex sindaco oggi membro del centro studi.

Pericoli porta i suoi paesaggi, che sembrano dipinti dalle finestre e si abbinano al meglio a quelli di Licini. “Una mostra che apre una riflessione sull’arte contemporanea e che si protrae in autunno anche per coinvolgere le scuole” precisano gli organizzatori.

Daniela Simoni, direttrice del centro studi, è emozionata, come non mai. “Questa è una mostra coerente, è davvero come se le opere di Pericoli entrassero nella loro casa. Il tema è quello del paesaggio, siamo partiti dalla citazione leopardiana ‘quel lontano mar, quei monti azzurri’. Noi lo viviamo questo territorio, le sue colline e questo ci ha reso abituati a questa bellezza. Ma chi viene a vistarlo ne coglie l’anima dello sguardo di Leopardi, Licini e da decenni di Pericoli” .

La citazione del poeta è un sunto delle Marche: “Leopardi ci ha dato modo di esaltare la cifra lirica che poi troviamo nei paesaggi di Pericoli e Licini. Quando nasciamo in un luogo lo sentiamo come spazio di natura, mentre l’idea del paesaggio la elaboriamo nella distanza, nella lontananza, nel desiderio di rivederlo. La genesi dei paesaggi di Licini è la medesima di Tullio Pericoli: hanno elaborato l’idea del paesaggio nella lontananza” precisa Simoni.

Licini lasciò la sua terra prima per studiare, poi la guerra, a seguire Parigi e il ritorno nelle Marche con la sua sperimentazione pittorica sul paesaggio, che venne rielaborato nella lontananza. E Pericoli ha fatto le stesso: prima da Colli ad Ascoli e poi la partenza per Milano. “Il rapporto con il paesaggio  maturato nel tempo, come racconta la biografia di Silvia Ballestra che racconta in maniera unica la sua vita”.

Pericoli lavorava per il Giorno e per il giornale dipinse il primo paesaggio, un lavoro richiesto, frutto dell’idea del direttore che così gli ha permesso poi i raccontare quello che aveva dentro. “La sua idea di paesaggio si è pina piano rafforzata diventando uno degli elementi dominanti della sua creatività”.

Originale è la seconda anima della mostra, quella in cui i paesaggi di pericoli lasciano la dolcezza e le linee morbide pe affrettarne la drammatica contemporaneità del presente. Opere praticamente inedite che be si abbinano a un’altra esclusiva, una Amalassunta farfalla che arriva da un collezionista marchigiano. In tutto questo si è inserito Nunzio Giustozzi, l’esperto d’arte che si muove tra i banchi di scuola, dove forma studenti appassionati, e grandi mostre di cui è curatore o consulente. È suo il merito del catalogo, già pronto e ricco di documenti edito dalla nuova casa editrice Amalassunta.

“Da tempo leggo il paesaggio delle Marche attraverso i dipinti di Pericoli che ho maneggiato durante l’allestimento. Ho accarezzato gli incavi, le ombre della materia pittorica, i grafismi da disegnatore, le felici fioriture cromatiche, un continuo inno alla gioia e alla vita. Pittura e natura per Pericoli sono fatti della stessa sostanza e l’arte diventa un rifugio. I paesaggi sono volutamente disabitati, perché lì ritrova la sua casa che dipinge, la sua infanzia, il suo osservare dalle colline degli scuri, nascondigli che riparano l’anima da quello che attorno disturba”.

Tullio Pericoli, dopo aver ascoltato anche lo storico dell’arte Marino Capretti, è emozionato, lo è mentre presenta il suo lavoro, lo è mentre si muove tra i quadri ben allineati nella cantina della casa del pittore amato dai parigini. “Mi sento a casa qui e soprattutto nel parlare del paesaggio. Qual è il vantaggio di un pittore verso il paesaggio rispetto a cinema e fotografia? Il pittore può sollevare le zolle del terreno, può scavare, cercare di vedere cosa c’è appena sotto. La nostra terra contiene una storia. Sollevando una zolla possono uscire cose belle o meno, ma di certo possiamo vedere dentro il paesaggio l’infinito di Leopardi all’incontrario. Lui va sopra gli orizzonti, va oltre la siepe, il nostro è invece l’Infinito dentro la terra, il conoscere ciò che non conosciamo”.

Questo troveranno i visitatori fino al 9 novembre, il sabato e la domenica dalle 16 alle 19.

Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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