AMANDOLA – Da Bologna ad Amandola, chi a capodanno, chi a carnevale, chi il vecchio, chi il fantoccio, ma sempre con le fiamme liberatrici. “Si è ritrovatolo lo spirto del carnevale. Dopo il terremoto Amandola era ripartita con difficoltà e con la mente pesante. Quest’anno invece, la festa. Nonostante il coronavirus”.
La città si è riempita di allegria e di tanti amandolesi che hanno colorato ogni angolo della città per il carnevale de li Paniccià. “Voglio vedere in questa festa l’uscita definitiva dalla crisi del terremoto. Dobbiamo guardare oltre il sisma e questa è stata la voglia anche di liberarsi da vecchie paure e tensioni” sottolinea il sindaco Adolfo Marinangeli.
Tutto questo c’era dentro il grande rogo che ha chiuso il carnevale. “Da 15 anni non si faceva ed è stata una tradizione ripristinata per volontà della Pro Loco e dei commercianti. Lo scheletro era fermo da troppo tempo. I commercianti hanno pagato la cucitura del pupazzo e tutte le stoffe. E poi il fuoco, abbiamo bruciato non solo il carnevale ma ogni tensione. E lo abbiamo fatto tutti insieme”.
Persone, associazioni, società sportive, commercianti, nessuno ha voluto saltare la domenica di festa. In quel fantoccio si chiude un periodo troppo lungo. Restano poi i vincitori: primo in classifica ‘Non c’è Mose senza Mosè’ della scuola media di Amandola, ma premio speciale, quello per chi centra lo spirito della festa, a Smorfiandola.
Raffaele Vitali