FERMO – Lavorare sette mesi per pagare le tasse e poi, finalmente, iniziare a produrre per fare reddito, quegli utili che danno senso a una impresa. È questo che ogni anno vivono gli imprenditori, in particolare quelli delle Piccole e medi imprese.
“Il quadro, per quanto riguarda il nostro territorio, è tecnicamente peggiore del dato che emerge, visto che l’azienda modello presa per lo studio non rispecchia esattamente la nostra tipologia, visto che un fatturato di 430mila euro non ce l’hanno poi tanti” esordisce il presidente della Cna Fermo, Emiliano Tomassini.
Claudio Carpentieri è la voce della Cna Nazionale nel campo del fisco, è il responsabile del dipartimento politiche fiscali che si muove dietro l’osservatorio sulla tassazione nei comuni italiani. “Comune che vai, fisco che trovi”. Sono stati analizzati i comuni capoluogo di provincia e poi un’altra quarantina di realtà amministrative.
“Noi – riprende Caranfa, direttore Cna Fermo - vogliamo condividere un percorso di confronto tra contribuente e legislatore. A Fermo nel 2019 gli oneri fiscali incidevano per il 60% sul reddito di impresa, a distanza di sei anni siamo al 50,4%. Un buon inizio, ma dobbiamo proseguire. Lo studio considera tutte le tasse e le rapporta ai servizi offerti”.
Guardando al dato di Fermo, spicca la 15esima posizione del capoluogo nella classifica italiana. Il che significa che è uno dei migliori comuni, “qui si smette di lavorare per pagare e tasse il 2 luglio, a Pesaro per esempio il 17 luglio” precisa Carpentieri.
Di fronte a questo quadro, che anche nella Marche riflette le differenze territoriali, la Ca di Fermo chiede “interventi mirati, inclusa la Zes, pe ridurre il gap che le Marche contano verso il nord”. Ci sono delle priorità di azione che anno dopo anno il lavoro della Cna nazionale permette di definire e presentare al Governo. Anche con buoni risultati. “Di dieci proposte, cinque le abbiamo viste concretizzare”. Una su tutte: alzare la soglia del regime forfettario a 85mila euro.
Tra Irpef, Irap, Imu, tari e addizionale regionale è dura la vita dell’imprenditore. Ma proprio grazie a uno strumento come il ‘Total tax rate’ è possibile capire dove e come agire cercando di avvicinare i due estremi: Bolzano al 46,5%, Agrigento al 57,4%.
Una soluzione possibile Carpentieri ce l’ha: “Creiamo un fondo per tagliare le tasse, riempito con le maggiori entrate dalla lotta al contrasto all’evasione e dalla razionalizzazione della spesa pubblica. Il risparmio finale sarebbe di 1567 euro a testa.
“Non accontentiamoci di essere al 15esimo posto come Fermo, la verità è che metà dell’utile va allo stato. Se su 500mila euro di fatturato, alla fine restano 25mila euro all’imprenditore, c’è poco da dire. Meglio fare il dipendente. Soprattutto in questo periodo di inflazione elevata che riduce anche il potere di acquisto” prosegue Tomassini.
“Se l’azienda va meglio, potrà usare le risorse che non destina alle tasse per il welfare aziendale, per aumentare la liquidità del dipendente” ribadisce convinto il presindete. La Cna si conferma così promotrice di idee: “Se lavoro fino al 2 di luglio o il 31 per pagare le tasse, significa che è inefficiente il quadro normativo. Oggi con il quadro internazionale è tutto più complicato. Se le imprese chiudono, in mezzo alla strada ci finiscono anche dipendenti. La provincia di Fermo, in particolare è composta da piccole aziende, anche le medie stanno calando. Dobbiamo sburocratizzare, dare più soldi agli imprenditori e farli usare per i collaboratori” chiosa Tomassini.
“Le imprese hanno chiaro che il bene comune è il bene dell’azienda. Oggi serve una inversione di tendenza, oltre che di mentalità. Almeno cerchiamo che addizionali comunali e tari, che per un’azienda è una spesa importante, siano almeno allineate tra i diversi comuni. Il Fermano regge ma tra mille difficoltà, impegnato come è anche nel complesso compito del ricambio generazionale che va agevolato e supportato: ogni imprenditore importante che dà lavoro siamo sicuri che avrà un seguito? Servono certezze e noi avanziamo due proposte: cessione di azienda senza sovrattasse e regimi fiscali agevolati nei primi anni per chi fa il passaggio d’azienda” conclude il direttore.
r.vit.