PESARO - “Sono indagato, ho ricevuto sorprendentemente questa mattina un avviso di garanzia”. Gioca d’anticipo Matteo Ricci e via social comunica a tutti la notizia. Che per certi versi era attesa da tempo a Pesaro, ma che l’europarlamentare invece era convinto non sarebbe mai arrivata.
L'ex sindaco di Pesaro, oggi candidato del centrosinistra a presidente della Regione Marche, ha ricevuto un avviso di garanzia nell'ambito dell'inchiesta ‘affidopoli’ su presunte irregolarità in affidi del Comune di Pesaro nella passata legislatura quando era primo cittadino.
“Sono amareggiato, ma sereno ed estraneo ai fatti. E questo perché non mi sono mai occupato di affidamenti pubblici di lavori, mi sono sempre fidato ciecamente dei miei dirigenti e collaboratori”. Stando all’accusa, spiega Ricci, “mi contestano di non aver ricevuto utilità patrimoniali ma consenso politico” aggiunge Ricci.
L’INCHIESTA
Alcuni articoli del Resto del Carlino hanno scoperchiato il vaso dentro cui erano conservati una serie di affidamenti per lavori di genere diverso. È partita una inchiesta da parte della Procura che ha iniziato a indagare per ‘concorso in corruzione’. Un ipotetico sistema di gestione degli incarichi pubblici dalla realizzazione di murales che diventano manutenzioni alla cura del verde urbano. Il tutto veniva affidato a due realtà no-profit: Opera Maestra e Stella Polare. Entrambi sono già indagati, così come l’ex capo di gabinetto. L’inchiesta è esplosa dopo un blitz in Comune della Guardia di Finanza, con tanto di perquisizioni domiciliari.
LA REAZIONE DEL CANDIDATO
“Sorprendentemente – riprende Ricci - ho ricevuto un avviso di garanzia sulla vicenda annosa degli affidi, dei murales, delle feste, del casco di Valentino Rossi ormai sulla stampa da un anno. Sono sorpreso perché io in vita mia, in 15 anni di amministrazione, non mi sono mai occupato di affidamenti pubblici e lavori e mi sono sempre fidato ciecamente dei miei dirigenti e dei collaboratori come ho fatto in questo caso. L'ho ripetuto per mesi e lo ripeterò anche al procuratore che spero di vedere il prima possibile”.
Inevitabile un passaggio sulla tipologia di accusa: “Mi si dice che non avrei ottenuto nessuna utilità patrimoniale, ma che avrei ottenuto una utilità in termini di consenso politico. E si dice una cosa che io smentisco, cioè che conoscessi queste associazioni, mentre invece io non c'ho mai avuto a che fare direttamente”.
Davanti alle telecamere è sereno: “Ne ho parlato con il mio avvocato, ma sono anche molto amareggiato e arrabbiato perché questa cosa arriva il giorno dopo la convocazione delle elezioni dopo un anno di indagini , è evidente che ci sia amarezza e rabbia. Sono come sempre sono fiducioso nel lavoro della magistratura - chiosa il candidato presidente del centrosinistra - e sono convinto che smonteremo subito queste accuse perché siamo estranei nei fatti. Quando un sindaco governa ha tantissimi collaboratori: se eventualmente un collaboratore sbaglia il sindaco è parte lesa, perché viene tradita la fiducia. Nel merito - conclude Ricci - sono completamente estraneo ai fatti”.
LE REAZIONI
“Sul piano strettamente giudiziario, non spetta alla politica pronunciarsi: per lui, come per ogni cittadino, vale il principio costituzionale di presunzione di innocenza fino a sentenza definitiva. Diverso è il piano delle responsabilità politiche, dalle quali Ricci non può sottrarsi. I conti fuori controllo in Provincia, la fuga di nove comuni marchigiani verso l'Emilia Romagna, la penalizzazione dell’aeroporto di Ancona in favore di Rimini. Oggi, nella vicenda che la stampa definisce 'Affidopolì, le responsabilità politiche di Matteo Ricci appaiono altrettanto gravi e ineludibili. Egli dovrebbe accettare l'applicazione di quel principio che la sua parte politica ha sempre invocato verso i suoi avversari: da sindaco, in ogni caso, non poteva non sapere” commenta Antonio Baldelli, deputato di Fratelli d'Italia.
“Prima Milano, con Sala, oggi Ricci a Pesaro. La politica non si faccia dettare l'agenda dalla magistratura. Sia più autonoma, sia più coraggiosa. Sia pronta, soprattutto a sinistra, ad un seria autocritica su trenta anni di errori e sponde inutili" le parole di Enzo Maraio, segretario nazionale del Psi.
L'assessore Andrea Maria Antonini abbassa i toni: "Mi reputo più un garantista che un forcaiolo, quindi non mi sento di esprimere nessun giudizio politico né morale sulla persona. Che la giustizia faccia la sua strada e ci conduca alla verità. Diciamo che sono contento di avere un presidente come Francesco Acquaroli sul quale non sussistono dubbi alcuni sulla sua integrità morale e politica".
“A Ricci non è bastato fuggire in questi mesi dalle ripetute domande sul suo coinvolgimento in Affidopoli che gli sono state rivolte, anche da Fratelli d'Italia e dalla Commissione di controllo appositamente istituita in Comune che lo aveva convocato ripetutamente senza ricevere risposta. Siamo e restiamo garantisti ma di certo, sotto il profilo politico, una domanda viene spontanea: adesso che farà Giuseppe Conte e il M5S? Continueranno a sostenere l'indagato Ricci?” riprende la senatrice di Fratelli d'Italia Elena Leonardi, coordinatore regionale FdI delle Marche.
E Giuseppe Conte, stimolato, non si è tirato indietro: “Prendiamo atto dell'avviso di garanzia a Ricci e delle sue dichiarazioni appena rilasciate. Come Movimento 5 Stelle rispettiamo il lavoro autonomo e indipendente della magistratura e non sottovalutiamo le ipotesi accusatorie contenute nell'avviso di garanzia, ma ci riserviamo di valutare approfonditamente le contestazioni mosse a Ricci, al fine di comprendere se gli venga mossa una semplice contestazione per spese del Comune non corrette o se vi siano gli elementi di una condotta disonesta, che ha portato a indebiti vantaggi personali - condotta questa che sarebbe incompatibile con i nostri principi e i nostri valori”.
La speranza di Conte è la stessa di Ricci: “Chiarire al più presto con l'autorità giudiziaria questa vicenda così da diradare tutti gli eventuali dubbi e poter svolgere in piena serenità la prossima campagna elettorale”.