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Addio a Carletto Mazzone, l'allenatore amato da tutti

19 Agosto 2023

ASCOLI PICENO – Addio ‘sor Carletto’. Addio grande allenatore, ma soprattutto grande uomo. Addio Carlo Mazzone. La tribuna dello stadio Del Duca, che gli è stata intitolata poco prima che la pandemia cambiasse il mondo, lo ricorderà in eterno. Come il posto nella Hall of Fame del calcio italiano in cui è entrato nel 2019.

Se ne è andato senza urlare, senza un ultimo scatto lungo la tribuna, senza poter abbracciare uno dei tanti campioni che ha cresciuto, Francesco Totti su tutti. Se ne è andato nella sua Ascoli Piceno. Aveva 86 anni e se ne va con il record di panchine in serie A: 792 quelle ufficiali, 797 considerando anche i cinque spareggi.

Di sicuro Mazzone non ha vinto come altri colleghi, ma ha ottenuto il successo più grande: essere rimasto nel cuore di tutti, gente comune e addetti ai lavori, a prescindere dal tifo e dal colore della maglie. Baggio nel suo contratto con il Brescia fece mettere una clausola che prevedeva l'interruzione dell'accordo con i lombardi qualora il tecnico romano fosse stato esonerato.

Una carriera lunghissima partendo da Roma e chiusa ad Ascoli, che era diventato il suo ritiro con la famiglia, che gli è stata vicino finno all’ultimo istante, a cominciare dalla moglie Maria Pia, poi figli e nipoti.

Ha allenato tanto in serie A: Bologna, Perugia, Brescia, Cagliari e Roma per citare alcune squadre. In ognuna ha lasciato la sua impronta, riuscendo a lanciare o rigenerare grandi campioni, basti pensare al 10 capitano giallorosso o a Roberto Baggio e Beppe Signori, Guardiola, che lo ricorda sempre come uno dei suoi maestri, e Pirlo. Una delle pagine più importanti della sua carriera le ha vissute ad Ascoli Piceno, dove guidò il picchio prima in serie B e poi in serie A.

Squadra dove è poi tornato per altri cinque anni. Come presidente aveva Costantino Rozzi, altra indimenticabile icona di un calcio verace. In panchina Mazzone era passione e grinta, simbolo di uno sport vero e genuino, senza tanti schemi, ripartenze e alchimie tattiche da 'professori, ma basato principalmente sulla cultura del lavoro, la voglia di andare in campo e di regalare gioia e divertimento ai tifosi (foto giallorossi.net).

"Se ne va un personaggio unico nella sua capacità di capire e guidare gli uomini, ma anche nell'umanità dei rapporti" le parole di Ferruccio Squarcia, figlio del giornalista Bruno, che per tanti anni ha raccontato l'epopea di Mazzone come corrispondente della Gazzetta dello Sport.

Raffaele Vitali

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