FERMO – “Ci tenevo a fare questo incontro a Fermo, prima della chiusura della campagna elettorale. Volevo stare con voi in piazza” esordisce Francesco Acquaroli, che come sempre viene introdotto da Rino Gaetano e quel ‘Cielo è sempre più blu’ che nel Fermano rievoca gli anni d’oro in serie A della Sutor.
Ha scelto piazzale Azzolino il popolo del centrodestra, regista dell’organizzazione è come sempre Andrea Balestrieri, il segretario provinciale dei meloniani invidiato da tutta la regione. Tanti i sindaci, da Vesprini a Ubaldi, da Ortenzi ad Antognozzi, da Palmucci a Mandolesi, da Calcinari a Splendiani. E poi i candidati, seduti nelle prime file, tranne Paolo Calcinaro, che accoglie il presidente Acquaroli, poi si defila e torna alla fine per salutare, ma dopo la foto di gruppo dei candidati con il governatore.
“Ricordo cinque anni fa il sentimento che si respirava nelle piazze: rassegnazione e sfiducia verso la politica. Un sentimento dovuto all’assenza di risposte, dal ritardo infrastrutturale al ritardo economico” sottolinea. Il suo obiettivo, da subito è stato uno: far capire ai marchigiani che potevano sognare in grande, ancora.
“Mi accusano di prendere ordini da Roma, invece mi vanto del mio rapporto con la premier e con un governo che ci dà attenzione. Non batto i pugni? Certo, non serve, ho davanti a me un governo dialogante, che cerca di darci risposte”. Ricorda il G7 salute, “di solito li vedevamo in tv”, come esempio di rete vincente. “Per cui, basta con le lezioni di chi ha fatto fallire Banca Marche nel silenzio, di chi ha avallato la cessione di Indesit senza tutelare gli asset produttivi” tuona.
LA SANITA’
Elemento dirimente in questa campagna elettorale, ma anche pesante ed è questa la parte più lenta del comizio del presidente, che poi si carica quando tocca economia e turismo. La piazza è piena, sul palco è da solo, tolta l’introduzione dell’elpidiense Anita Previtera, è la sua serata.
“ Anche se parliamo di spopolamento ed aree interne. Abbiamo salvato il sistema sanitario, che aveva perso il suo legame con i territori, con la realtà”. Da qui la riforma, costruendo le cinque Ast, operative da gennaio 2023.
Ha studiato il fabbisogno, ha valutato le necessità ed è arrivato così all’emodinamica che mancava a Fermo. “La presenza è un elemento di discontinuità rispetto al passato, riducendo la mobilità”. E questo per Acquaroli è un esempio: “Siamo impegnati a capire i percorsi, in modo da ridurre i tempi. Lo facciamo ovviamente ricostruendo il territorio, attraverso 50 punti salute e la farmacia dei servizi”. Ha dovuto affrontare il calo dei medici di medicina generale: “Ci vogliono dieci anni per formarli, andava programmato prima. E invece ci siamo trovati una enorme quantità di pensionamenti”.
Rivendica l’aumento del 15% di risposte a livello di ambulatori e prestazioni, ma sa che crescendo del 30 la domanda non basta. “Ma stiamo facendo argine a domande inappropriate che non dovrebbero finire nelle liste di attesa. Su questo il mio competitor sostiene che do la colpa ai marchigiani. Non lo farei mai. Se proprio dobbiamo ricercare le responsabilità, è di chi dal 2012 al 2020 ha definanziato la sanità pubblica lasciandoci questo scenario che gestiamo grazie alla capacitò dei professionisti e a un grande impegno”.
Sottolinea la quinta posizione come Lea ospedalieri, “siamo sesti a livello territoriale e siamo regione benchmark tra Lea e vincoli di bilancio. E per questo otteniamo risorse aggiuntive dal Governo. L’Istituto superiore di sanità ci ha anche riconosciuto come una delle regioni migliore nelle cure degli over 60”.
Guai a parlare di sanità privata: “Noi siamo per una sanità pubblica e se il pubblico non ce la fa, coinvolgiamo la privata convenzionata. Ma la committenza deve restare in mano al pubblico”.
ECONOMIA
Acquaroli quando ha vinto si è trovato una regione in transizione, da due anni. “Oggi siamo la prima regione in Italia per il pagamento di fondi sociali europei. Abbiamo stanziato fondi per l’occupazione e lo sviluppo: l’Istat dice che siamo sopra la media nazionale e abbiamo creato una inversione di tendenza. Sul Fesr eravamo nella media bassa classifica, oggi siamo terzi per impegno di spesa. Significano politiche per il credito, come i cento milioni per far da garanti e agevolare la liquidità. Significa stare vicino agli imprenditori e alla loro resilienza”.
Rivendica il primo posto per star up innovative di società di capitali: “Questo significa che le Marche si muovono tra bandi, università, imprese, scuole e anche politica. Abbiamo un patrimonio su cui costruire al competitività”.
E così, oggi le Marche sono la seconda regione per crescita del Pil. “Per Prometeia siamo la seconda regione in Italia per Pil nel 2025, +08%, e d è previsto un +07 per il 2026 che ci farebbe stare al terzo posto. E questo in un contesto non facile”.
INFRASTRTUTURE
Venti milioni per l’ospedale di Amandola, il completamento dell’ospedale di Campiglione, ma poi sono arrivati quattro miliardi e mezzo di opere già finanziate, progettate e quasi tutte cantierate. “1300 opere”. Si parte dalla Pedemontana. E poi la Servigliano-Amandola. La bretella, con 50miloni di euro, dall’uscita di Civitanova alla zona commerciale di Porto Sant’Elpidio. “E poi tante altre opere sbloccate, penso alla Guinza con 150milioni che aprirà al seconda canna e soprattutto andrà completare la Fano-Grosseto.
Infrastruttura che lo inorgoglisce è l’aeroporto, forse uno dei punti che l’allontana di più da Matteo Ricci: “Voleremo su Roma, e Milano due volte al giorno. Voliamo su Barcellona, Londra, Monaco, e da dicembre su Madrid. Se siamo tra i primi dieci in Italia per crescita di passeggeri un motivo c’è. E anche ora siamo a un +2% che ci fa bene sperare”.
Ci sono l’alta velocità e la terza corsia che è necessaria perché l’A14 attuale è nata quando il mondo era diverso. La Zes è un tema sempre caldo: “Una grande opportunità, entriamo in un’area già finanziata con risultati straordinari. La Zes c’è per tutta la regione per la semplificazione ei bonus occupazionali, solo per alcune aree il credito d’imposta. Intanto facciamolo approvare, poi chiederemo una revisione delle aree e l’ampliamento, dialogando con l’Europa. Ma l’opportunità va accolta con entusiasmo”.
Cosa significa semplificare le procedure? “Oggi per ampliare un’attività, servono svariate domande. Con la Zes ne basta una. Domanda, sessanta giorni per verificare, e poi un sì o un no, e il sì è un permesso a costruire. Questa è competitività”.
TURISMO
Spazio ai borghi, con 110milioni stanziati per il loro rilancio. Ricorda il +28% di presenze straniere sul 2019. “Significa che destagionalizziamo, cresce l’interesse per paesaggi, comuni, gastronomia, tutto quello che è esperienziale”.
L’appello finale è semplice: “Non consentite a chi ha umiliato la nostra regione, rendendola marginale, di tornare al governo. Fate sì che quanto abbiamo iniziato, così tanto non si era mai visto, non venga interrotto. Non ricadiamo nell’incubo, avanziamo con le riforme, torniamo tra le migliori regione, aiutiamo i giovani a lavorare e torniamo a essere orgogliosi di una regione che sta al centro dell’Italia per bellezza, capacità, manifatturiera e capacità di disegnare il futuro”. Se tutto questo basterà per far restare ‘il cielo sempre più blu’ lo si capirà tra sette giorni.