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Acquaroli a Pesaro si sente a casa: "Con me più Marche. La sanità? Ecco i numeri che spiegano i passi avanti"

24 Luglio 2025

PESARO - Un grande tricolore disegnato con le luci, lo slogan più Marche che troneggia e le posizioni che ricalcano quelle della maxi presentazione di Civitanova con Andrea Putzu seduto alle spalle di Francesco Acquaroli, a conferma del ruolo e della fiducia.

Il presidente ha parlato per oltre un’ora, il microfono ormai è un suo amico. E ha anche chiuso la questione Ricci con poche battute, ribadendo che “non ne parlerà, non è quello che interessa alle Marche”. Garantismo in stile Meloni per il governatore.

Davanti a se un gremito anfiteatro all’interno del parco Miralfiore di Pesaro. Si chiude così l’intensa giornata politica di una regione che vivrà una campagna elettorale calda, non solo perché si svilupperà tutta ad agosto.

“Stiamo lavorando alla progettazione della Urbino Pesaro, l’ad di Anas mi ha detto “che è inaccettabile che due capoluoghi siano collegati in questo modo’. Vi do una notizia” esordisce Acquaroli incassando il primo lungo applauso.

Rocca tanti temi locali, ma poi allarga lo sguardo. Soprattutto quando si parla di infrastrutture. “Il giovane che nasce nelle Marche è limitato dal contesto. Nel tempo in cui quello di Roma va a Londra, il nostro non arriva a Roma. Si parla sempre di cosa fare per rendere attrattive le Marche: l’alta velocità è una risposta. L’Europa ci ha garantito la continuità territoriale, con i voli interni a prezzo calmierato, perché ha riconosciuto che c’è un deficit industriale. Noi lo colmeremo, per questo ringrazio il governo che ha pensato di inserire la strategia della dorsale adriatica tra quelle per la crescita del trasporto sun rotaia, passeggeri e merci”.

Un passaggio sull’aeroporto, d cui oggi si vola due volte al giorno verso mete nazionali ed europee ed è solo l’inizio”, e l’interporto, stava fallendo, lo abbiamo salvato e oggi con Amazon ci saranno mille nuovi posti di lavoro”, e i porti, “che abbiamo rilanciato e stiamo ammodernando”. Sono mille i cantieri in giro per la regione.

Il tono di Acquaroli è pacatissimo, sceglie un modo opposto a Matteo Ricci, che punta sull’enfasi, sull’emotività data dalla sua voce che si alza in base al tema che tratta. “I giovani vogliono stare dove c’è speranza, dove possono accumulare competenze che poi vengono riconosciute. Vogliono vivere qua, ma in una regione che cammina a testa alta, che non si nasconde davanti alle sfide e cerca la riscossa. Sono convinto che sia possibile dare più lavoro, più turismo, più infrastrutture, più servizi agli anziani. Di certo daremo, con quanto fatto, più sanità” riprende Acquaroli

Sulla sanità si sofferma a lungo e lo fa snocciolando numeri che, come dice sempre Cesetti, sono fatti e quindi argomenti testardi. “

La nostra sanità è migliorata o peggiorata? Partendo dal fatto che la popolazione invecchia e che non è stata programmata una strategia negli anni passati, il dato reale dice che liste di attesa e pronto soccorso son in difficoltà. Ma i dati vanno letti”.

Pausa scenica e poi la spiegazione che porta al secondo lungo applauso: “Noi possiamo misurare le attività del sistema sanitario. Se prendiamo il 2019, il pre pandemia, e lo paragoniamo al 2024, le prestazioni sono superiori del 10%. Eppure le liste di attesa sono affollate. Il tema non è la prestazione che dà il sistema, è cresciuta la domanda, che è aumentata del 38%. Quindi non riusciamo a erogare tutte le prestazioni. Guardate – prosegue il presidente - nei primi 5 mesi del 2025, il sistema ha erogato il15% in più rispetto al 2019, ma la domanda è cresciuta del 43%”.

Perché? È l’ulteriore domanda. “Da un lato c’è ancora il post Covid e poi una serie di variabili – mancata programmazione, indebolimento dei territori, incapacità nel turnover dei medici di base – legate al sistema periferico. Abbiamo prestazioni inappropriate, che finiscono in liste di attesa e pronto soccorso. Non hanno colpe i cittadini, loro non trovano risposte e vanno al pronto soccorso. Chi non ha programmato e ha desertificato il territorio, prima di darmi lezioni dovrebbe riflettere”.

A spiegazione della desertificazione, utilizza un altro numero: “Quando mi sono insediato, c’erano 1170 medici di base, oggi ce ne sono 940. Sono stato io a non sostituirli? O non ci sono? Forse la seconda. Per formare un medico servono 10 anni. Il medico che va in pensione nel 2024 il sistema lo sa da 15 anni, quando andava pensata la sostituzione? Forse negli anni pre pandemia? In sostanza ci accusano di cose che hanno fatto loro. Eppure noi lavoriamo su questo: ogni anno stanziamo 3 milioni, destinati a borse di specializzazione e medici di medicina generale per intercettare giovani neo laureati per fargli fare la specializzazione nelle Marche, coprendo parte del turnover. E poi abbiamo pianificato 50 punti salute, siamo i primi in Italia, e potenziato la farmacia dei servizi”.

Tutto questo fa concludere Acquaroli in maniera molto semplice e chiara: “Insieme avremo più Marche e più futuro”.

r.vit.

Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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