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Acquaroli a P.S.Giorgio: "Non sono il padreterno, ma se vinco cambio le Marche"

28 Dicembre 2019

di Raffaele Vitali

PORTO SAN GIORGIO – Prova di forza di Andrea Agostini, consigliere comunale di Porto San Giorgio e possibile candidato consigliere regionale alle elezioni di maggio 2020. Insieme con il suo braccio destro Emanuele Morese, coordinatore comunale di Fratelli d’Italia, ha portato a Porto San Giorgio il gotha del partito della Meloni con in testa il candidato in pectore Francesco Acquaroli. L’onorevole è arrivato e di fronte a una sala gremita, oltre cinquanta persone con tanti volti noti fermani, ha fatto capire come saranno le sue Marche, se dovesse vincere. “Le nostre Marche, in realtà. Perché dobbiamo ridare ai cittadini il senso del territorio, il valore del protagonismo della politica”.

La chicca è che con Acquaroli, a una delle prime uscite da quando la Meloni l’ha scelto come candidato, c’è Guido Castelli, l’ex sindaco di Ascoli Piceno e tra i volti più conosciuti e rispettati della politica marchigiana. Nonché, fino a pochi giorni fa, alternativa all’onorevole di Potenza Picena. “Con Francesco iniziamo una grande avventura. È tipico di chi ha il cuore a destra il rispetto per i cittadini. Per cui – ribadisce Castelli - siamo qui e saremo ovunque per renderci conto di quanto è necessario dare una mano. Una Regione devastata. Le infrastrutture costano 6 miliardi agli imprenditori. La logistica per il Fermano è drammatica. Ciascun imprenditore deve mettere milioni a budget per portare la merce fuori dal Paese. 4mila marchigiani nel 2018 hanno lasciato le Marche, 2mila con meno di 30 anni. Il Pd non ha saputo guidare la regione. Non tutto dipende dalla politica, ma è responsabilità della politica non aver organizzato la difesa”.

Andrea Agostini ha voluto l’incontro a cui hanno preso parte Andra Balestrieri, Maria Lina Vitturini, Giorgio Marcotulli, Giuseppe Galasso, Rossano Romagnoli ed Emanuele Morese (le loro parole in un altro articolo, ndr) per lanciare Acquaroli, ma anche per far capire la sua forza attrattiva che ha spinto anche Saturnino Di Ruscio, suo possibile contender a consigliere con Andre Putzu, a partecipare.

“Problemi? Chi non ha fatto la fila al pronto soccorso? Chi non si è trovato bloccato in A14? Chi non è dovuto ricorrere al privato per le visite? Tutto questo al sud, nel silenzio del Governatore. Servono azioni forti. E come Fdi – ribadisce Agostini - raccoglieremo le firme per chiedere i danni a società autostrade. Ci siamo sforzati in questi giorni: amministratori, polizia e tanto smog per tutti a causa delle cose. Società autostrade guadagna con il pedaggio e noi restiamo in silenzio. La colpa è dei magistrati? No, di chi deve garantire la sicurezza, quindi con Società Autostrade. Serve una regione forte che prenda posizione: infrastrutture, terza corsia; servizi, come l’ospedale. Ceriscioli tace su tutto”.

Uno degli obiettivi di Acquaroli è quello di allargare la coalizione. Non guarda al chi, che si chiami Ceroni o Ciarapica, ma al perché: ““Al tavolo ci sediamo, se vogliono cambiare la regione. Doveroso e scontato”. E Agostini un paio di assist glieli dà, citando i sangiorgesi Vesprini, Marcattili e Catalini pronti a metterci la faccia, come Luca Pezzani, sindaco di Petritoli, in sala. “E poi ci son gli amici di Casa Pound” prosegue Agostini lasciando poi la parola al candidato presidente. “Una entusiasmante sfida, che richiede molta responsabilità.  La disgregazione della regione è evidente: nord contro sud, costa contro interno, capoluoghi contro. C’è una incapacità di dialogo, manca l’obiettivo comune. Dobbiamo ricucire il rapporto di credibilità tra le istituzioni e il cittadino, che è il vero protagonista del territorio”.

Non teme la freddezza della Lega dopo la sua nomina: “A piazza San Giovanni abbiamo sentito la richiesta di un centrodestra unito per guardare al futuro dell’Italia. i marchigiani chiedono l’alternativa forte e credibile. La maggior parte dei messaggi sono arrivati da altri schieramento da chi mai si era espresso per il cambiamento e la partecipazione. Ci sono accordi nazionali (le Marche a Fdi e quindi alla Meloni, ndr), nessuno li metterà in discussione”.

 Per questo punta a un progetto unitario: “Dobbiamo cambiare la burocrazia, che è un danno per il Pil regionale e per la ricostruzione, su cui la regione non ha il ruolo principale ma di certo poteva fare di più, anche per il personale ai comuni. E poi il lavoro. non c’è una politica turistica regionale. Abbiamo tantissime eccellenze. Una su tutti: Loreto, che è il primo santuario mariano al mondo, dove è avvenuta l’annunciazione. Ma per le Marche non esiste. Se non cambiamo questo, i marchigiani continueranno a scappare. Invece dobbiamo restare e dare una alternativa a chi ha governato male”.

Infine, un passaggio politico su chi deciderà tra Agostini, Putzu e Di Ruscio: “Coordinamenti provinciali raccoglieranno le proposte di candidatura, ma poi direzione nazionale e Giorgia Meloni faranno delle scelte. Abbiamo una grande richiesta, bello ed è giusto che ci sia la disponibilità. Ma questo rende fondamentale la scrematura a livello locale e poi la scelta”.

Intanto si parte, proprio da Porto San Giorgio, per conquistare la regione e cambiare la storia: “La vittoria è difficile, ma possiamo farcela. La vera difficoltà è il cambiamento. Non sarà facile entrare nel sistema sanitario, ad esempio. Prima delle mura vengono i servizi. Inutile fare ospedale nuovo se non abbiamo personale adeguato. E poi le infrastrutture. Non arriveranno appena vinciamo. Non siamo padreterni, la partita la vinciamo se camminiamo insieme e ci diamo una mano l’uno con l’altro”.

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Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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