di Raffaele Vitali
PORTO SAN GIORGIO - Non è un libro di ricette, c’è la vita di un giovane chef all’interno di ‘Cooking my dreams’. A dicembre il libro sarà in libreria, ora è in pre order, ma la sua natura è chiara: “E’ un viaggio tra sapori, emozioni e visioni” spiega Abou Zaki, titolare del ristorante Retroscena di Porto San Giorgio, una stella Michelin.
Un libro che nasce dal desiderio dello chef di raccontare la sua storia, le sue radici, il suo percorso. Che è perfettamente riassunto dal suo maestro, il pluristellato Massimo Bottura: “Richard è la prova vivente che il talento, senza dedizione, è solo un’intuizione. Ma la sua cucina, con amore e duro lavoro, può diventare contemporaneità”.
Parole che hanno emozionato Abou Zaki: “Quando la leggerete, vedrete che cita anche Porto San Giorgio, è davvero speciale. Non era scontato”. Lo chef patron di Retroscena si è affidato all’editore Maretti di Imola, conquistato dal testo e dal supporto di Premiata, che da anni affianca il percorso di Abou Zaki, chef per cui il brand ha anche creato la linea di divise.
“Quello che è masticabile, oggi viene messo nero su bianco. Cerco di far leggere le emozioni. Il libro nasce per festeggiare i dieci anni di stelle Michelin, un percorso fatto di costanza e determinazione” prosegue Abou Zaki.
Il libro doveva nascere due anni fa, “ma volevo essere più maturo. Forse non ce l’ho neppure ora la maturità, ma ho più coraggio di scrivere. È come quando si apre un ristorante, non sei mai davvero pronto per avviare una attività, ma il coraggio ti dà la forza per farlo”.
La storia parte dai 5 anni, da quando è arrivato in Italia, dall’inseguimento del sogno per arrivare a quella stella che l’ha reso il primo cuoco rumeno della storia a riceverla. “Ho voluto scrivere questo libro per raccontare non solo i piatti, ma il senso profondo del mio mestiere. La cucina è stata il mio rifugio, la mia scuola, la mia voce” aggiunge Abou Zaki.
In Cooking My Dreams, la cucina non è ‘un mestiere’, ma centro vitale di un percorso umano e creativo. “Otto capitoli, ognuno dedicato a un ingrediente che è stato alla base del mio percorso di vita. Quella che si legge è la ricetta della vita, il modo in cui ho cucinato i miei sogni. Per questo credo che sia un testo adatto a chi è giovane e insegue i sogni, a chi vive la cucina anche di casa, a chi sente il desiderio di raggiungere un obiettivo” racconta.
Emblematica anche la post fazione di Mona Segal: “È quel tipo di personaggio che solo i produttori televisivi più fortunati incontrano una sola volta nella vita”. E non è un caso che in poco tempo Abou Zaki sia diventato la star del masterchef romeno, Chefi la cutite.
“Cooking My Dreams è un’opera che parla a chi ha vissuto la cucina come vocazione, a chi sogna e lotta per trasformare le proprie visioni in realtà. Un libro pensato non solo per gli appassionati di gastronomia, ma per chi cerca autenticità, forza e ispirazione” ribadisce l’editore.
La televisione gli ha dato consapevolezza: “Non mi ha cambiato, chi mi conosce veramente, sa che sono lo stesso da sempre, con una vita che ha la cucina al centro. La televisione mi ha dato maturità e ha fatto arrivare la mia passione nelle case di milioni di persone. Da Retroscena arrivano clienti da tutta Europa dopo che hanno conosciuto la mia storia in televisione. E poi c’è chi cerca la cucina contemporanea di un giovane stellato”.
Non mancheranno le ricette, “ma non sono ricette da fare a casa, è più un racconto del piatto partendo da ingredienti che è difficile immaginare di avere nel frigo”. Le linee guida per piatti possibili sono solo rimandate: “Il mio secondo libro, quando mi sentirò pronto, sarà proprio dedicato all’insegnare a fare qualche piatto iconico”.
Cresce lo chef che insegue la seconda stella e intanto incassa riconoscimenti, come quello di testimonia della birr Peroni: “Il global ambassador è Charles Leclerc, io sono al suo fianco. In me hanno visto la voglia di un giovane di fare bene, di crescere e trasmettere qualcosa di nuovo. Il mio modo di vedere lo show televisivo e la cucina ha rivoluzionato la Romania, dove si è passati dal cucinare gli ingredienti al preparare un piatto partendo dalla passione. Oggi, dopo il mio passaggio in televisione, l’anima è diventata protagonista”.
Poteva partire piano, invece si è affidato alla casa editrice specializzata che ha pubblicato anche Uliassi. All’interno parole, storie, aneddoti e 20 ricette che per lui rappresentano le pietre miliari su cui poi dare sfogo alla creatività. Nella sua introduzione, il critico gastronomico e fondatore di Identità Golose Paolo Marchi, fa capire l’anima del sangiorgese d’adozione: “I suoi passi colpiscono il bersaglio al centro e non vi è mai nulla di copiato. È lui sempre”.
Per Richard Abou Zaki è un’altra trappa di un cammino che un traguardo ce l’ha: “Nel cassetto c’è il sogno di quando sono diventato stellato, creare un vero relais, con otto camere, piscina, spa e ristorante. Sarebbe la ciliegina sula torta e sempre nelle Marche, questa è la mia zona, mi sono adattato qua, mi sono fatto amare negli anni per quello che ho fatto, non con le parole. Credo in quello che faccio e tutto con forze interne, nessun finanziatore estero. Le Marche sono una zona in crescita a cui manca l’ospitalità”.
Su questo Abou Zaki è chiaro: “Il paragone con la Toscana regge solo sui paesaggi, ma a livello logistico e strutturale c’è tanto d lavorare. Se venisse il presidente degli Stati Uniti d’America, non so dove potrebbe dormire nelle Marche, rispetto a strutture in Toscana, dove ho avuto l’opportunità di cucinare per Barack Obama. Dobbiamo anche in questo tutti insieme fare un ulteriore salto in avanti per una regione che merita il massimo. Solo che non bastano cinque anni di programmazione politica, servono decenni: iniziamo”.
Il messaggio finale è per chi gli sta vicino: “Se cresco io, si consolida tutto quello che ruota attorno a me, penso ai tanti dipendenti. E penso agli investimenti che stiamo facendo, come la cantina da 90mila euro che un cliente trova a Retroscena. Avanti tutta quindi, sapendo di avere amici come Graziano Mazza e la sua famiglia che credono nel territorio, non solo in Richard”.