di Raffaele Vitali
PESARO – Ambizioso, determinato e convinto del proprio ruolo: ecco a voi Miniotas, il nuovo giocatore della VL Pesaro che arriva dalla Lituania. Due giorni a Pesaro e già si è innamorato della città, “è proprio come me l’avevano descritta” racconta. Il suo consulente territoriale è stato Mockevicius, centro lituano passato per Pesaro nel 2018.
I suoi, inutile negarlo, sono 208 centimetri di speranza. Matteo Magi, direttore operativo, ha voluto il ‘Miniotas Day’ sul roof top del Charlie Hotel. “Tanti i lituani che hanno indossato la maglia di Pesaro, tutti hanno fatto bene. Lo abbiamo fortemente voluto, siamo convinti che sia un upgrade del roster”. Una breve introduzione per passare al lato tecnico con Nicola Egidio: “Un giocatore che può giocare nei due ruoli. E lo fa con esperienza internazionale. È stata da subito la nostra prima scelta”.
Sul come ama giocare Miniotas non si nasconde: “Se ho a fianco un big man mi trovo bene, perché mi piace passare la palla e avere uno che poi conclude al ferro”. Ma sia chiaro, se serve, da pivot non ha problemi, “ho forza per tenere gli avversari più grandi”.
Per Egidio darà “dimensione interna, che l’anno scorso ci è mancata, ed è un vero punto di riferimento. Tra l’altro è un lungo che aumenta il fosforo della squadra, ha un importante quoziente cestistico che apre a letture e giocate differenti”.
Ma non solo. “Miniotas è un europeo, quindi arriva con una mentalità e una capacità di adattamento maggiore. Sia a Treviso sia a Scafati – ricorda pensando alle sue esperienze di uomo mercato - sono riuscito a creare il mix tra Usa ed Europa, un connubio che aiuta la chimica di squadra”.
Impassibile, occhi chiari e barba ben curata, il lungo si presenta così: “Sono uno che si adatta, 4 o 5 ricopro il ruolo necessario, anche in base agli avversari. So giocare spalle a canestro, mi piace tirare da tre punti, ma soprattutto gioco con i compagni”.
Non male, del resto i due dirigenti lo hanno voluto proprio per questo, elevare il gioco collettivo. “Se ho scelto Pesaro è perché ha degli obiettivi importanti e io volevo testarmi in un club di prestigio”. Che per farlo sia sceso di un gradino, ovvero in A2, non si preoccupa, anzi.
“Se sono qui è perché voglio vincere e salire in A, è lo stesso obiettivo della società. Ho firmato un biennale, ogni giocatore che è stato a Pesaro mi ha parlato di competitività, anche del campionato di A2, per cui è evidente che ho degli obiettivi da raggiungere. Ci unisce la stessa ambizione”.
Alterna sorrisi a sguardi glaciali, come quello che riserva a chi mette in dubbio il suo tiro da tre punti: “Forse avete visto i video dell’ultima stagione. In quella squadra mi è stato chiesto di giocare in un certo modo, più vicino al ferro e molto per i compagni. ma se ho la possibilità, i tiri me li prendo, vedrete. Vi ribadisco però che la mia grande qualità è di far giocare al meglio ogni compagno”.
In particolare il cinque di ruolo, non a caso la società ha le mani su un pivot italiano di peso. Manca solo la firma per vedere in famiglia biancorossa Mabor Dut Biar. Della città ancora ha visto poco, ma una cosa l’ha subito capita: “So che qui c’è una lunga storia alle spalle, so che c’è organizzazione, quindi mi adatterò facilmente”.
Giocherà con il numero 22, visto che il ‘suo’ 10 a Pesaro è già leggenda e troneggia sul soffitto dell’Arena, perché ci giocava Alphonso Ford. “Non sono un giocatore da vetrina, ma sono qui per vincere. Se vinciamo, ognuno ha un ruolo importante. Se faccio venti punti e perdo nessuno se ne ricorda”. Il Miniotas time ha inizio.