FERMO – La presidente provinciale dell’Avis per una volta inizia la conferenza di fine anno con il sorriso. “Dopo un 2024 ricco di asperità, che portò a un grande calo delle donazioni a causa della chiusura dei vari punti raccolta periferici per assenza dei medici, torniamo a crescere”. Nel 2024 mancavano tre medici, ricorda la presidente Elena Simoni, affiancata dal vicepresidente Giovanni Lanciotti.
Nel 2025 il cambio di passo con il primario Riganello che ha preso il posto della dottoressa Siracusa, “che ha continuato per mesi comunque a garantire la raccolta nei punti periferici”. È arrivata la primavera con un nuovo medico, il rientro di una dottoressa dalla maternità e il primario. “Riganello, come la Siracusa, si è mosso personalmente, una caratteristica dei dirigenti del Murri che sanno affrontare le emergenze”.
Manca sempre un medico per entrare a regime, ma il cambio di passo è reale. Poi c’è Amandola che effettuato la raccolta con il dottor Rossi, da libero professionista. “Ad Amandola siamo finalmente all’interno del nuovo ospedale con un efficiente e nuovo centro di raccolta. Un caso unico a livello regionale in cui la raccolta è mista: sede e infermiere Ast e il medico dell’Avis provinciale” chiarisce Lanciotti.
Tornando ai numeri, le donazioni sono aumentate: 1075 in più di sangue, 163 di plasma. “Numeri inferiori a quelli dati pochi giorni fa dal primario, perché nei suoi è stata inclusa anche la Fratres di Montegiorgio, che non rientra invece nei bilanci dell’Avis”.
Capitolo chiusure dei puti prelievi. Nel 2024 erano state 257, nel 2025 sono state 104. “Siamo entrati a regime a maggio, da qui il dato ancora negativo” precisa la presidente. Dei donatori parla con mezzo sorriso: “Età media sta crescendo, siamo in stallo. Abbiamo bisogno di giovani. Noi diffondiamo la cultura del dono, poi sta al medico valutare l’idoneità”.
Il fatto è che ci sono stati 319 nuovi donatori, ma ben 102 non accettati: chi per allergie, chi per motivi di salute. Il totale del mondo Avis arriva così a 4071 donatori attivi, contro i 4082 del 2024. “Noi però non demordiamo e ad esempio all’Alaleona abbiamo riempito per due sere il teatro per uno spettacolo organizzato all’Avis, sempre con l’obiettivo di avvicinare qualcuno al dono”.
Non sono mancate le novità nel 2025. La prima è l’apertura il 2 giugno della nuova sezione a Servigliano, con la presidente Emanuela Stortoni che insieme con quella di Montegiorgio, Samantha Pettinari, è anche trasfusionista. “In questo modo competiamo la mappatura del territorio. “Abbiamo raggiunto così le 13 sedi comunali, prossimo obiettivo è aprire a Grottazzolina”.
È nata anche l’app per prenotare la donazione: “Ci si candida, è una proposta, a cui poi segue la telefonata dal numero unico. Ricordiamo che l’uomo può donare ogni tre mesi e la donna ogni sei”.
Novità è anche il nuovo direttivo, con la conferma della Simoni peer il secondo mandato quadriennale. “Ora ho ben compreso il meccanismo, ho arricchito le relazioni con l’Ast e l’Avis regionale. Questo aiuterà a programmare al meglio le attività. Sono pronta a raccogliere i frutti di quanto seminato”. Con quello di Fermo che è arrivato a undici persone con la conferma del giovane Federico Palloni alla presidenza.
L’’ultimo passaggio è per Riganello. “Mette grande passione e ci è molto vicino. Con lui diciamo grazie anche all’Ast”. Due appuntamenti da non perdere per il 2026: assemblea provinciale prevista il 21 marzo a Montegranaro per approvare il bilancio e poi con l’assemblea regionale, quest’anno nel fermano, l’11 aprile al teatro di Montegiorgio.
“La donazione dovrebbero essere un’azione ordinaria e non straordinaria non appena compiuto il 18esimo anno” è la chiosa della presidente che ricorda a tutti come donare il sangue sia qualcosa che nasce dentro, non si insegna, ma si può essere resi consapevoli. “Un piccolo sacrifico che dà, un grande ritorno a livello interiore”.
