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Taglio dei parlamentari, Verducci non firma per il referendum. "Punto sul proporzionale"

10 Gennaio 2020

FERMO – Servivano 64 firme di senatori, ne sono arrivate 71 in Cassazione. Ci sarà il referendum sulla legge che ha tagliato il numero dei parlamentari. Grazie all'innegabile aiuto, riconosciuto apertis verbis da tutti, Radicali in testa, della Lega. Ma intorno alla raccolta di firme per rendere ammissibile il referendum confermativo della legge è andato in scena nelle ultime ore un vero e proprio balletto tra firme sottoscritte e poi ritirate. Tra i sette che si sono ritirati c’è anche il senatore di Servigliano, Francesco Verducci, esponente di punta del Partito Democratico. Con lui Dal Mas, Mallegni, Masini e Stabile tutti del gruppo Forza Italia-Udc, l’altro Dem Vincenzo D'Arienzo e Mario Giarrusso del Movimento Cinquestelle che ha scritto su Facebook di aver ritirato la firma perché "la mia posizione è stata strumentalizzata da alcuni e travisata da altri".

Verducci e D'Arienzo, invece, hanno spiegato di averlo fatto perché sono cambiate le condizioni considerando "un risultato politico importante e per niente scontato aver raggiunto un accordo che impegna le forze di governo ad approvare una nuova legge elettorale proporzionale".

Verducci è intervenuto a Radio Radicale, tra le promotrici del referendum, e ha aggiunto: “Verrà introdotta una nuova legge elettorale proporzionale. Noi come Pd da anni ci impegniamo, considerando che sia un sistema importante per la democrazia rappresentativa e rilanciare il ruolo dei partiti e il loro radicamento. Abbiamo sempre detto che avremmo sostenuto l’accordo della nascita a questo governo con il taglio dei parlamentari solo in presenza di una strada che evitasse distorsioni democratiche. La legge proporzionale significa che è cambiato lo scenario del referendum per cui due mesi fa avevo firmato. Di fronte a questi cambiamenti penso che sia giusto avere una iniziativa politica conseguente. Oggi è un atto politico che sottolinea con l’introduzione del proporzionale una vittoria politica che però va concretizzata in fretta”.

In tutti i casi però verrà fermata una deriva “che porterebbe a un maggioritario puro in aggiunta del taglio dei parlamentari. Non sarò mai complice di questa che sarebbe una vera minacci alla democrazia”. Come vuole la Costituzione, all'articolo 138, il referendum confermativo della legge di modifica costituzionale può essere richiesto da cinque Consigli regionali, da un quinto dei membri di una Camera - come in questo caso - o da 500 mila firme di cittadini. Fonti M5s hanno sottolineato che, nella raccolta delle firme, "non hanno resistito alla voglia di tenersi strette le poltrone e a quanto pare è arrivato 'l'aiutino' della Lega. Dodici, invece, gli eletti a Palazzo Madama che nelle ultime 24 ore hanno aggiunto la loro firma: sei della Lega, cinque di Forza Italia (Battistoni, Damiani, Gallone, Siclari e Toffanin) e uno di Leu (La Forgia). Nella raccolta firme sono rappresentati, come ha detto uno dei promotori, il senatore di Forza Italia Andrea Cangini, tutti i gruppi parlamentari: dal Pd, con Tommaso Nannicini tra tutti, a Italia Viva, con il socialista Riccardo Nencini, fino allo stesso Movimento Cinquestelle (oltre a vari ex grillini del Misto) con Luigi Di Marzio e Gianni Marilotti, a tutto il centrodestra, ad eccezione di Fratelli d'Italia. "Una scelta coerente con i nostri voti in Parlamento - ha sottolineato Giorgia Meloni - sempre a favore della diminuzione dei parlamentari".

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