
FERMO – Michal Egidi, segretario generale funzione pubblica Cgil Fp di Fermo, cosa serve alla regione nel campo della sanità?
“Il primo consiglio ha messo in evidenza che bisogna intervenire sulle liste di attesa. Ma per dare risposte adeguate ai bisogni della popolazione non si può prescindere da un fattore su tutti: le risorse, umane e finanziarie”.
Il Fermano come sta?
“Un territorio che sconta uno squilibrio inaccettabile rispetto alle altre AST della regione in termini di risorse e di personale. Questo si traduce nell’impossibilità di garantire – realmente - il diritto alla salute ai cittadini di questa provincia, ma è ormai chiaro a tutto il paese come sia il Sistema Sanitario Nazionale a non riuscire ad offrire risposte adeguate a una popolazione sempre più anziana, sempre più povera e sempre più esasperata”.
Poche risorse, lavoratori insoddisfatti?
“Di fronte a una fuga dei professionisti che dal servizio pubblico si spostano al privato o vanno all’estero in cerca di migliori condizioni di vita e lavorative, il Governo vara misure inadeguate. Non è dignitoso un contratto che aumenta i salari del 5,78% quando nel triennio appena trascorso l’inflazione è stata del 16,5%”.
Carichi di lavoro insostenibili?
“Il nuovo contratto li peggiora. Non risolve le questioni relative al diritto alla mensa/buono pasto e alla retribuzione spettante nei giorni di ferie, inserisce la preoccupante figura ibrida dell’assistente infermiere e, a fronte di un aumento massimo di 40 euro netti al mese (un aumento esiguo e insufficiente a recuperare il potere d'acquisto perso negli ultimi tre anni a causa dell'aumento del costo della vita), incentiva il lavoro straordinario e le prestazioni aggiuntive, con il risultato di chiedere turni massacranti a tutti quei professionisti che lavorano già in condizioni precarie”.
Più lavoro, più servizi?
“Purtroppo non è così, impossibile con questi numeri garantire le giuste risposte alla popolazione”.
Cosa fare?
“Serve un reale cambio di passo, che parta dalle assunzioni, dalla redistribuzione delle risorse, dal confronto e dal giusto riconoscimento salariale per i dipendenti del sistema sanitario nazionale".
