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Realtà che funziona e serve, l'Hospice verrà ampliato. I volontari dell'Abbraccio si raccontano

11 Novembre 2019

MONTEGRANARO – Il primo libro ha raccontato la storia di chi l’Hospice lo ha vissuto per necessità. Il secondo volume, invece, entra in un mondo diverso, quello intimo di chi alla struttura di Montegranaro dona il proprio tempo: i volontari dell’Abbraccio e il loro 'Ascolto del tempo'.

Luciano Pini e Laura Stopponi sono i volti di punta di una realtà che conta 103 iscritti, di questi 60 sono operativi, ovvero formati e pronti per dare il loro sostegno ai pazienti e alle loro famiglie. “Siamo un gruppo dinamico, in continua formazione. Per accedere c’è un corso, dura 20 ore e il prossimo partirà a gennaio, poi ogni 20 giorni c’è il confronto con lo psicologo, perché non è facile” sottolinea il presidente Pini che spera di avvicinare sempre più giovani.

Già, non è facile. E il libro racconta tutto, il bello e il complesso di chi passa il suo tempo dentro l’Hospice, una struttura gioiello, un’eccellenza sanitaria. “Dieci posti legati al reparto di Oncologia, un supporto fondamentale per pazienti e famiglie. Funziona, è un modello che speriamo possa crescere” sottolinea il primario Renato Bisonni.

E un progetto di crescita c’è: “La regione Marche è favorevole, ora è una questione di risorse, di programmazione. Gli spazi all’interno della struttura di Montegranaro non mancano. Potremmo crescere di 10-20 posti. In questo modo aumenteremmo gli spazzi per i pazienti di oncologia, ma potremmo dare un servizio anche ad altri reparti, penso alle malattie neurodegenerative” spiega il direttore dell’Asur 4, Licio Livini.

“Nell’Hospice cerco di dare un po’ di me. Sento di prendere molto durante il servizio. Mi sento più sollevata dopo aver dato due o tre ore, perché cambio la mia prospettiva sul quotidiano” è uno dei racconti dei volontari contenuti nel libro, che è in vendita e serve solo a finanziare l’associazione e le sue numerose iniziative. “Una figlia unica, pochi mesi fa, dopo aver portato qui la madre ci ha detto: grazie, non dormivo da mesi, voi mi avete fatto sentire sicura. Chiaro che poi parlare di sofferenza e morte non faccia stare nessuno sereno. Ma per noi è stato una grande premio sentire quelle parole” ribadisce Pini.

Un’eccellenza che merita sempre più attenzione: “Dieci anni di questa struttura, un periodo che fa dell’Hospice una certezza. Qui si ritrova l’umanità della medicina. Merito dei volontari, che come l’Anpof ad Oncologia sono ormai figure insostituibili, merito del dottor Bascioni, supportato da Guicciardino, merito del pool che opera direttamente nella struttura” riprende Bisonni.

Tempo donato e formato, ecco l’Abbraccio: “Mi sono avvicinato tardi al volontariato. Ora cerco continuamente di aggiornarmi, di leggere circa il fine vita e le cure palliative. L’Hospice è una delle scoperte della mia vita, facciamolo conoscere il più possibile” le parole di un altro volontario che conquistano anche i politici, dal sindaco Mancini al vice Ubaldi. 

r.vit.

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