FERMO Hanno tutti un volto e un nome i sei giovani che, nei giorni scorsi, avevano fatto irruzione al “Murri” per prelevare un loro amico ferito. Il giovane, di circa vent'anni, era stato portato in ospedale dopo un'aggressione con un’arma da taglio. Il ragazzo era stato sollevato di peso dal gruppetto, formato da tunisini, egiziani e un italiano, che, fuori dall’ospedale, aveva intimato ai poliziotti di non seguirlo, minacciandoli di morte e aizzandogli contro un pitbull, per poi scappare, facendo perdere le tracce.
Poco dopo, però, uno di loro – l'italiano, con dei guantoni per arti marziali alle mani – è tornato nel piazzale davanti al “Murri” per riprendere la macchina con cui sarebbero dovuti scappare, ma che avevano lasciato lì. È stato bloccato dai poliziotti che, dentro l'auto, hanno trovato una mannaia di circa trenta centimetri e tre coltelli di più di trenta centimetri.
Il giovane, un ventenne senza fissa dimora, è stato arrestato per resistenza aggravata a pubblico ufficiale e lesioni aggravate, denunciato per il possesso ingiustificato delle armi in concorso e portato in carcere. Nel frattempo, la Squadra mobile s'è messa sulle tracce degli altri, trovandone alcuni in via Rubens. Alla vista della volante, i giovani sono scappati, aizzando di nuovo contro i poliziotti il cane che è stato sequestrato e affidato a un canile.
Grazie alle testimonianze dei presenti e alle immagini delle telecamere di videosorveglianza dell’ospedale e delle vie attorno, tra lunedì e martedì scorsi, gli altri cinque componenti del gruppo sono stati identificati e denunciati per gli stessi reati del primo. Si tratta di giovani di circa vent’anni, tre dei quali già noti ai poliziotti. Incensurati, invece, gli altri due.
