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Le ricette di Luisa Serroni per superare il caro gas: "Come Verdi-Sinistra abbiamo le idee chiare, superiamo questa speculazione"

1 Settembre 2022

FERMO - Luisa Serroni, capolista alla Camera per l’alleanza Verdi-Sinistra, cosa pensa del caro gas?

“Mi sono resa conto che in giro c'è una scarsa conoscenza di come funzioni il mercato del gas e di quali siano le logiche speculative sottese”.

Provi lei a fare chiarezza.

“La premessa è che nel 2021 il prezzo del gas in Europa è cresciuto di quasi il 500%, passando - in media - da 21 a 120 euro al MWh. Ma gli eventi climatici estremi che non bastano per giustificare l’assurda impennata dei prezzi a cui abbiamo assistito in quest’ultimo periodo”.

Secondo lei quindi è una speculazione?

“Tutto è cominciato anni fa, quando l’Europa ha deciso di abbandonare i contratti a lungo termine deregolamentando il settore, per passare al mercato spot dove il prezzo del gas viene stabilito nella borsa virtuale di Amsterdam. Lì si gestisce lo scambio dei contratti, i futures, di questa fonte energetica all’interno del "Title Transfer Facility" (TTF), l'indice finanziario che funge da punto virtuale di scambio (hub) del gas. In questo modo, abbiamo rinunciato a prezzi stabili e siamo finiti in balia della speculazione finanziaria, con un vantaggio solo per alcuni investitori”.

C’è sempre chi ci guadagna.

“Principalmente non i traders del gas, ma i veri gestori del mercato di Amsterdam, ossia le grandi società finanziarie con sede nei paradisi fiscali. La Commissione europea ha stimato i mega profitti delle aziende del settore in circa 200 miliardi di euro, ma nessun Paese europeo ha preso l’iniziativa di tassarli”.

Eni anche si avvantaggia?

“Mentre i prezzi del gas salivano alle stelle, nell’ultimo trimestre del 2021 intascava 2,1 miliardi di euro. La società a partecipazione pubblica ha così deciso di reinvestire gli extraprofitti ottenuti con l’aumento dei prezzi dell’energia nell’acquisto di azioni proprie per 1,1 miliardi di euro, un modo se vogliamo indiretto di favorire i propri azionisti, perché comprandole ne fa salire il prezzo. A quel punto l'azionista può decidere di vendere le azioni intascando il differenziale. Il cane a sei zampe sembra ubbidire più agli azionisti che allo Stato italiano, che detiene pur sempre il 30% delle azioni della società”.

Eni dove guadagna?

“Grazie a contratti a lungo termine stipulati negli anni passati con la Russia, che le permettono di pagare il gas ad un prezzo più basso rispetto a quello della borsa di Amsterdam. Contratti secretati.

Come Verdi-Sinistra avete una soluzione?

“Fissare un tetto al prezzo del gas e dell’energia; tassare al 100% gli extraprofitti delle compagnie energetiche per ridurre le bollette di famiglie e imprese; sbloccare immediatamente le autorizzazioni per 60 GW di nuovi impianti di energia rinnovabile”.

Lei crede che il combustibile fossile sia eliminabile?

“Dobbiamo uscire senza più indugi dal “Gas Deal” per entrare con convinzione nel “Green Deal”, rendendolo addirittura più ambizioso per il traguardo del 2030 stabilito dall’UE, puntando al 50% di penetrazione di rinnovabile e al 45% di risparmio attraverso l’efficienza energetica. Per cui servono un piano straordinario per le energie rinnovabili, una legge sul clima, la riduzione della dipendenza dalle fonti di energia fossile. Queste sono soluzioni”.

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