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Il male minore. Ma per chi?

5 Gennaio 2021

Giorno per giorno. Siamo tornati a gattonare, come il bambino che vorrebbe alzarsi ma che non ha ancora capito come si coordina il ginocchio con il braccio. Non c’è una strategia concreta di fronte a noi per affrontare i prossimi lunghissimi mesi di attesa della vaccinazione di massa anti Covid.

La debolezza politica annebbia anche l’intelligenza. Il Governo rischia di cadere ogni giorno e le scelte vanno verso la direzione della sopravvivenza. Si vive di bonus e ristori, non si capisce cosa accadrà appena terminata questa fase costosissima che poteva essere tramutata in politiche strutturali. Miliardi di bonus anziché metterne qualcuno sulla riduzione del costo del lavoro e dare così una prospettiva. E nessuna certezza sul Recovery Fund che si dovrebbe imparare a chiamare Next Generation Eu per guardare con occhi diversi chi oggi è dimenticato.

Il problema è che la debolezza confusionaria del Governo, con potere concentrato nelle mani di un super uomo come Arcuri che di super ha poco, finisce per dare forza a chi ne avrebbe poca, come le regioni. Se a livello nazionale il bonus è il male minore, nelle Marche lo diventa la chiusura d’imperio delle scuole. Non ci si può permettere una nuova zona rossa con fabbriche e sistema economico bloccato secondo la giunta di Acquaroli.

Quindi, meglio lasciare il futuro in casa e continuare a stroncarne l’apprendimento, illusi che la Dad sia cresciuta a tal punto da rendere la presenza un orpello romantico e incapaci di capire che organizzare le lezioni e l’ingresso in classe sarebbe un messaggio di forza del Paese.

Alla fine, tra chi critica Roma e chi Ancona c’è poca differenza. L’obiettivo comune è salvare qualcosa. Solo che non esistendo una strategia, ognuno pesca nel proprio giardino quello che più gli piace. Magari, davvero, il 18 gennaio apriranno le piste da sci e allora sapremo finalmente quanto deve essere affascinante seguire una lezione di latino guardando la Marmolada. Perché questo avverrà.

La scuola è rimasta chiusa e il Covid non si è fermato. Sarebbe il momento per rivedere le scelte. E invece, dopo aver ottenuto la riapertura dal 75 al 50% in presenza, le Regioni chiudono gli occhi su chi non ne può più e quindi cerca momenti di incontro, anche furtivi, dentro le case, dietro gli angoli, dovunque l’occhio vigile del sistema non arrivi e permetta di prendere il voto più alto nella materia del futuro: l’aggiramento della norma.

E dire che sarebbe bastato riaprire una scuola, pianificare i trasporti e coinvolgere i privati come chiesto da ogni persona con raziocinio, creare una rete di controlli all'esterno e responsabilizzare il giovane di fronte a una riconquistata normalità. Uno sguardo con mascherina fa più di un monitor col mouse. Ma questo, da Roma ad Ancona, non lo hanno ancora capito.

Spinoza credeva nel ‘male minore’ ma era affidato alla ragione il suo compimento, qui invece siamo nelle mani dell’istinto, delle pulsioni, della reazione politica che come speso accade dimentica il bene comune per fermarsi a quello di parte. Il male minore per evitare quello maggiore, ma cosa c’è di peggio di una generazione dimenticata?

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Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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