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Candidato di Fratelli d'Italia nelle Marche, Salvini, Meloni e Berlusconi pronti all'intesa

7 Ottobre 2019

È iniziata la fase degli accordi, come nel centrosinistra sta avvenendo tra Pd e 5 Stelle, che si sarebbero già accordati per la conferma di Bonacini e la candidatura di un esponente vicino ai 5 Stelle in Puglia o Campania.

FERMO – Se non sarà Guido Castelli, attualmente in pole, sempre di Fratelli d’Italia dovrebbe essere il candidato alla presidenza della Regione Marche per il centrodestra. È quanto è emerso al termine di una lunga riunione che ad Arcore ha rivisto insieme, compatti e sereni, Silvio Berlusconi, Matteo Salvini e Giorgia Meloni. È iniziata la fase degli accordi, come nel centrosinistra sta avvenendo tra Pd e 5 Stelle, che si sarebbero già accordati per la conferma di Bonacini e la candidatura di un esponente vicino ai 5 Stelle in Puglia o Campania, mentre resta aperta la partita Marche.

“Ci proponiamo di liberare gli italiani da questa maggioranza che esiste solo nel Palazzo, che si è già rivelata inadatta a governare le complessità del nostro Paese e procede per risse e scontri, promettendo nuove tasse e meno sicurezza" hanno dichiarato i tre leader.

Salvini, Meloni e Berlusconi dovrebbero mostrarsi in pubblico insieme il 17 ottobre in Umbria e poi a Roma per urlare contro il Governo il 19. Tuttavia sulle Regionali e anche su altre questioni sul tavolo non è emersa ancora alcuna decisione ufficiale. Il partito di via Bellerio conferma la candidatura della Borgonzoni in Emilia e alla fine potrebbe spuntarla anche in Toscana, ma Fdi insiste sulla necessità di presentare un nome che possa avere maggiori chances di vittoria e punta sull'ex azzurro Bignami. A Fratelli d'Italia dovrebbero toccare Marche e Puglia mentre in Campania e Calabria dovrebbero presentarsi figure di Forza Italia.

Servirà un altro vertice (in programma per il prossimo fine settimana) per definire gli accordi. E sarà necessario un incontro tra i capigruppo per sciogliere altri due nodi: il primo è quello del Copasir (per la presidenza in corsa il leghista Molinari e Urso di Fdi, "la Lega è la prima forza dell'opposizione, tutto ciò che tocca la sicurezza degli italiani ci sta a cuore", afferma Salvini), altro è quello del taglio del numero dei parlamentari. Il centrodestra terrà una posizione comune. Si cercherà di capire se la maggioranza dovesse rilanciare sulla legge elettorale e sullo ius culturae ma soprattutto se ci saranno 'buchi' nel Pd e nel Movimento 5 stelle. L'orientamento è quello di dire sì ma se il centrodestra dovesse capire che i numeri sono a rischio, potrebbero lasciare l’aula prima del voto.

Lo scopo principale nel centrodestra resta quello di trovare un'intesa sulle Regionali ma soprattutto di mandare a casa la maggioranza: "È di tutta evidenza - spiegano - che questo esecutivo giallorosso non potrà durare a lungo: è diviso, troppo sbilanciato a sinistra. Ci opporremo alle sue ricette sbagliate grazie anche ad un maggior coordinamento delle opposizioni in Parlamento". Qualora Salvini, Meloni e Berlusconi dovessero trovare l'intesa per le prossime amministrative (il centrodestra tra l'altro dovrebbe sostenere Toti in Liguria) fonti parlamentari non escludono che si possa poi cominciare a discutere dell'ipotesi di una lista unitaria. Ma è prematuro e Forza Italia già si era detta contraria.

Nella Marche, a parte l’ex sindaco di Ascoli Piceno, in lizza c’è il coordinatore Ciccioli, che dovrà però convincere Francesco Acquaroli, l’onorevole sempre più leader del partito della Meloni nelle Marche. Meloni che dall’ingresso di Castelli in Fdi, dopo l’esperienza in Forza Italia, sembra avere una predilezione per il responsabile dei piccoli comuni. Ma Castelli paga la ‘rottura’ con Forza Italia, che nel Piceno è forte grazie al consigliere regionale Celani, e la ritrosia della Lega che avrebbe sognato il primo presidente verde in una delle regioni storicamente rosse. Ma se Salvini darà l’ok, Fratelli d’Italia avrà via libera di sfidare Luca Ceriscioli o chissà chi. 

Raffaele Vitali

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